Il servizio di pioniere ha ispirato la mia vita
Narrato da Arthur Gustavsson
LA VERITÀ contenuta nella Parola di Dio, la Bibbia, raggiunse i miei genitori, Fred e Amanda Gustavsson, mentre si trovavano sulle lontane montagne dell’Himalaya ammantato di neve. Era il 1903 e a quel tempo ero ancora nel grembo di mia madre. Cosa ci facevano lassù i miei genitori, tanto distanti dalla loro terra d’origine, la Svezia?
Nel 1880 erano emigrati dalla Svezia negli Stati Uniti. Entrambi credevano sinceramente in Dio. Si unirono all’Alleanza missionaria scandinava di Chicago. Dopo un periodo di tirocinio, furono inviati come missionari nel Baltistan, una regione che si trova nella parte più settentrionale del Pakistan. Ma ben presto si accorsero che era molto difficile convertire i musulmani agli insegnamenti della cristianità. Loro stessi cominciarono a mettere in dubbio il fatto che Dio potesse essere tanto crudele da condannare quella gente cordiale e ospitale a un castigo eterno tra le fiamme dell’inferno, se non si fosse convertita. Non potevano immaginare che la loro mente veniva preparata per qualcosa di meglio.
A tempo debito, un amico spedì loro dagli Stati Uniti un libro che cambiò completamente il loro modo di pensare. Era Il Divin Piano delle Età di Charles T. Russell, l’allora presidente della Watch Tower Society. Lo lessero e fu come se delle scaglie cadessero dai loro occhi. Compresero con chiarezza che il salario del peccato è la morte e non il tormento eterno. (Romani 6:23) Ora avevano un concreto messaggio di speranza per la gente: il Regno di Dio renderà la terra un paradiso.
Un cambiamento di missione
Più o meno allora io nacqui a Shigar, nel Baltistan. Poco tempo dopo, venne al mondo mia sorella Mirjam. I miei genitori avevano deciso di operare sotto la guida della Watch Tower Society per proclamare la verità che avevano appena conosciuto. Ma, a motivo delle circostanze, nel 1908 furono costretti a tornare in Svezia. Lì, a Göteborg, cominciarono a predicare ‘la buona notizia del Regno’ come colportori, come erano allora conosciuti i ministri a tempo pieno. (Matteo 24:14) Nei primi dieci anni percorsero l’intera città tre volte svolgendo il loro ministero di casa in casa. Molti accettarono la verità da loro.
Ricordo la signora Hanna Gunnarsson che si indignò moltissimo quando mio padre le disse che la Bibbia non insegna che l’uomo ha un’anima immortale. Esclamò: “Se non abbiamo un’anima immortale, allora può andare benissimo a buttarsi nel fiume!” Mio padre si limitò a sorridere benignamente e a darle l’opuscolo Che cosa dicono le Scritture dell’inferno? In seguito, lei e le figlie diventarono Testimoni. Quell’episodio mi insegnò che non ci si deve mai turbare, qualsiasi cosa dica la gente.
Quando avevo dieci anni, il fratello Rutherford venne a Göteborg per pronunciare il discorso pubblico: “Dove sono i morti?” Nel corso della sua conferenza offrì 1.000 dollari a chi nell’uditorio fosse riuscito a dimostrare che l’uomo ha un’anima immortale. Nessuno accettò la sfida.
Lo spirito di pioniere nella mia famiglia
Grazie all’ottimo esempio dei miei genitori ben presto fu inculcato in me lo spirito di pioniere. Cominciai a prendere parte al ministero in tenera età. Mio padre mi faceva consegnare i foglietti d’invito ai discorsi pubblici. Mi piaceva ed ebbi alcune esperienze insolite. Un giorno andai a casa della mia maestra per invitarla a un discorso. Rifiutò bruscamente l’invito. Ne fui tanto sorpreso che inciampai e caddi per le scale. Per me quella fu una lezione: mi insegnò ad essere realistico. Non sempre le persone sono come le vorremmo noi.
La nostra casa divenne come una casa di pionieri, in cui ognuno portava il proprio carico. Mia sorella Mirjam ed io capivamo benissimo l’importanza dell’opera di predicazione che papà e mamma stavano svolgendo. Di conseguenza spesso, tornati a casa da scuola, pulivamo tutta la casa da soli.
A 16 anni mi dedicai per fare la volontà di Geova e mi battezzai nel 1919 al congresso di Örebro. L’anno seguente fui invitato a lavorare con il piccolo gruppo di otto fratelli alacremente impegnati nella filiale svedese della Watch Tower Society. Durante quegli anni trascorsi alla filiale imparai a vivere in modo disciplinato e ordinato nel servizio di Geova.
Un anno indimenticabile: il 1914
Per molti anni prima del 1914 gli Studenti Biblici, come eravamo chiamati allora, avevano atteso ansiosamente quell’anno come qualcosa di speciale. Dato che era un anno segnato nella profezia biblica, ci aspettavamo avvenimenti insoliti. Ricordo ancora perfettamente la domenica 2 agosto 1914. Mio padre stava conducendo l’adunanza a Göteborg, quando di fuori udimmo un ragazzo che vendeva i giornali gridare: “È iniziato il conflitto mondiale!” I fratelli cominciarono a guardarsi l’un l’altro. Alcune delle cose che avevamo proclamato intorno al 1914 stavano cominciando ad avverarsi.
Il 1914 ebbe un significato particolare anche per Johan Severin Petersson. Sua sorella Ida gli aveva in precedenza lasciato tre libri scritti dal fratello Russell. Lui pensava che fossero pericolosi, per cui li bruciò. Ida lo venne a sapere e, con perseveranza, gliene prestò altri tre. Questa volta li chiuse a chiave in un cassetto.
Nel 1914 scoppiò poi la Grande Guerra. Johan aveva sentito dire che i libri parlavano di quella data. Incuriosito li tirò fuori dal cassetto e li lesse. I suoi occhi furono aperti dalla verità biblica e anch’egli divenne uno Studente Biblico. Si battezzò nel 1917 e sua figlia Rosa seguì il suo esempio nel 1918. Nel 1928 Rosa divenne la mia cara moglie e compagna per tutta la vita nel servizio di Geova.
In viaggio con la buona notizia
Quando mi sposai, lasciai la filiale, e Rosa ed io trascorremmo la luna di miele facendo i pionieri! Durante il primo mese di matrimonio distribuimmo 4.000 copie dell’opuscolo Libertà per i popoli.
Dopo appena qualche mese, mi fu chiesto di svolgere l’opera di direttore regionale del servizio, com’era allora conosciuto il sorvegliante di circoscrizione. Voleva dire recarsi in visita alle congregazioni di tutta la Svezia e in seguito della Norvegia. A quell’epoca non era previsto che la moglie accompagnasse il marito in questi viaggi. Dovevo star lontano da casa sei o sette settimane alla volta, con un intervallo di pochi giorni appena tra un viaggio e l’altro. Eravamo disposti a fare quel sacrificio, e questa fu la nostra vita per 14 anni.
Cosa faceva Rosa nel frattempo? Svolgeva l’opera di pioniere con mia sorella a Hälsingborg, in Svezia. Dovevano usare molto la bicicletta allora per percorrere quel vasto territorio. Ma lasciamo che sia lei a raccontarci come andavano le cose.
“Il servizio di pioniere negli anni ’30 era molto diverso da quello di oggi. Mirjam ed io andavamo da una zona a un’altra e di solito affittavamo una camera per una settimana o due. Poi ci trasferivamo nuovamente caricando tutti i nostri bagagli sulle biciclette: abiti, tegami e scatole di libri. Bisognava vedere che spettacolo!
“Non era sempre facile trovare un alloggio. Una volta, dopo aver predicato tutto il giorno ognuna per proprio conto, ci incontrammo verso le 8 di sera.
“Continuammo a pedalare fino alla successiva fattoria in cui vedemmo le luci accese. Poi riconoscemmo la casa. Che delusione! Le persone che vi abitavano si erano dimostrate molto contrarie, quando in precedenza avevamo fatto loro visita. Esitante, Mirjam bussò e chiese se avevano un alloggio. Con nostra sorpresa e sollievo, una signora ci disse di entrare e di metterci a sedere. Dopo un po’ ci fece entrare nella stanza più bella, dove c’era una tavola imbandita. Non potevamo credere ai nostri occhi! Dopo mangiato, ci mostrarono una camera da letto, i cui letti avevano bellissime lenzuola. Quel cambiamento ci aveva lasciato a bocca aperta!
“Il giorno dopo ci fu offerta la colazione. Quando facemmo per pagare, rifiutarono il denaro. Chiedemmo se potevamo dar loro in dono il libro Liberazione. ‘Oh, sì, lo vorremmo proprio’, dissero. ‘La nostra vicina ci ha detto che gliene avete data una copia, quando siete state da lei. Ci ha parlato di tante cose che le sono piaciute’.
“Questa esperienza ci insegnò che non si può mai sapere che risultati può dare anche una sola pubblicazione biblica lasciata a qualcuno”.
Fedeli al servizio di pioniere
Nel 1942 l’opera viaggiante fu interrotta per un po’ di tempo, perciò Rosa ed io fummo in grado di fare di nuovo i pionieri insieme. In seguito suo padre si ammalò, per cui dovemmo lasciare il ministero a tempo pieno per prenderci cura di lui. Tuttavia, non appena le circostanze ce lo consentirono, tornammo a svolgere la nostra attività preferita: il servizio a tempo pieno. Ci sentivamo di nuovo nel nostro elemento. Tornando a casa dopo un’estenuante giornata di predicazione, molte volte abbiamo detto: “Il servizio di pioniere vale tutti i sacrifici e gli sforzi che richiede”.
Ora sono molti anni che svolgiamo il servizio di pioniere nella Svezia occidentale; collaboriamo con la congregazione dei testimoni di Geova di Svengljunga. Siccome siamo avanti negli anni, non abbiamo più il vigore di quando eravamo giovani, ma siamo felici di poter essere ancora nelle file dei pionieri. Ho trascorso 55 anni nel servizio continuo, e mia moglie 48. Ma non viviamo solo di ricordi, anche se sono tanto belli. A prescindere dall’età, bisogna sempre guardare avanti. Il nostro sincero desiderio è di poter continuare a camminare con fedeltà e modestia col nostro Dio, Geova, per vedere infine realizzarsi le meravigliose benedizioni di cui abbiamo parlato per tanti anni durante il nostro servizio a tempo pieno. — Michea 6:8.
[Immagine a pagina 26]
Mia moglie ed io abbiamo cooperato insieme nel servizio di Geova per 58 anni