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  • g83 22/11 pp. 15-17
  • Di chi è la colpa: della Russia o del turista?

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  • Di chi è la colpa: della Russia o del turista?
  • Svegliatevi! 1983
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  • Fotografare in Russia
  • Come riuscire ad entrare nei musei
  • Che dire degli acquisti?
  • La barriera della lingua
  • Attività illegali
  • Qual è la vostra opinione?
  • I lettori ci scrivono
    Svegliatevi! 1984
  • Il nostro secondo viaggio in Russia
    Svegliatevi! 1995
  • Potete addossarvi la colpa?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
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    Svegliatevi! 1972
Altro
Svegliatevi! 1983
g83 22/11 pp. 15-17

Di chi è la colpa: della Russia o del turista?

“NON verrò mai più in questo paese”, disse l’uomo seduto accanto a me in un teatro di Leningrado, nell’URSS. Aveva appena finito di raccontarmi alcune esperienze irritanti che aveva avuto mentre visitava l’Unione Sovietica e ne dava la colpa al paese. A quell’epoca gli diedi ragione, perché anch’io avevo avuto alcune esperienze sgradevoli durante la mia permanenza. Ma di chi era veramente la colpa: del paese o del turista? Giudicate voi.

Fotografare in Russia

La prima città sovietica dove i miei amici ed io ci fermammo venendo dalla Finlandia fu Vyborg. Dovevamo entrare nella stazione ferroviaria per riposarci o per cambiare della valuta. Ma dato che questa era la prima occasione che avevo di vedere un russo tipico nel suo ambiente non seppi resistere alla tentazione di fare alcune foto ai gruppetti di gente che camminavano su e giù per il marciapiede.

Mentre scattavo la foto c’erano due soldati che venivano verso di me in mezzo alla folla. Ma non appena ebbi messo giù la macchina me li trovai davanti che fissavano la macchina fotografica. Uno di loro la indicò e fece alcuni gesti rapidi, bruschi. Era ovvio che volevano che aprissi la macchina fotografica, ma dato che non erano stati specifici e non avevano aperto bocca, diedi loro uno sguardo perplesso nel tentativo di scoraggiarli. Si limitarono a ripetere gli stessi gesti, ma questa volta con più decisione. Vedevo che stavano diventando impazienti, per cui aprii la macchina fotografica, pensando volessero solo che esponessi la pellicola alla luce. Speravo che almeno alcune delle foto che avevo già fatto non venissero rovinate dall’esposizione. Che sorpresa quando mi sequestrarono l’intero rollino di fotografie che avevo fatto nei due giorni precedenti!

La mia prima reazione fu di attribuire al paese la colpa di questo incidente. Ma di chi era la colpa? Se prima del viaggio avessi fatto qualche ricerca avrei saputo abbastanza sulle norme russe circa le fotografie. Quando si va all’estero è bene ricordare che molte nazioni vietano di scattare fotografie in certi luoghi o in circostanze delicate. Una guida turistica russa dice semplicemente: “Non fotografate nulla che sia chiaramente un’installazione ‘delicata’: aeroporti, fabbriche, installazioni o personale militare, prigioni, nodi o stazioni ferroviarie, . . . ecc.”. E ‘non fotografate le persone senza avergliene prima chiesto il permesso’. E io ero lì a fotografare dei soldati in una stazione ferroviaria! Di chi era la colpa di questa situazione imbarazzante: del paese o del turista? Se avessi letto qualcosa sulle usanze e sulle norme locali mi sarei risparmiato questo imbarazzo. Ma mi attendevano altre sorprese.

Come riuscire ad entrare nei musei

Eravamo ora a Leningrado, da alcuni chiamata Venezia del Nord. In questa città il primo governo sovietico (dal russo sovjét, che significa “consiglio”) stabilì il suo quartier generale. La visita al Palazzo d’Inverno mi fece venire in mente che lì aveva governato l’ultimo zar. Fu un’esperienza emozionante per me trovarmi proprio nel punto esatto dove si erano verificati alcuni dei più importanti avvenimenti della storia russa. Davanti a noi c’era uno dei più famosi musei d’arte del mondo, l’Ermitage, dove si possono ammirare eccezionali dipinti di Leonardo, El Greco, Tiziano, Rubens, Velázquez, Van Dyck, Rembrandt e altri. Ma immaginate che delusione quando ci dissero che l’Ermitage non era incluso nel nostro giro.

Accadde la stessa cosa con la cattedrale Kansansky che sorge sulla Prospettiva Nevskij e trasformata ora in Museo di Storia della Religione e dell’Ateismo. Ci informammo e ci fu detto che potevamo tentare di visitarlo per conto nostro. Un giorno vi andammo e trovammo una numerosa folla di persone che facevano la fila per entrare. Ogni tanto si aprivano le porte e venivano fatti entrare solo certuni. Cercammo di capire il meccanismo ma vi rinunciammo e infine riuscimmo a entrare solo dopo aver fatto una discussione con il custode. Di chi era la colpa?

In una recente conversazione con un funzionario governativo sovietico che risiede a New York, ho appreso che anche se i musei certi giorni sono affollati, uno straniero non deve fare altro che mostrare il passaporto al custode e potrà entrare senza dover fare la fila, e qualche volta anche gratis. Purtroppo, quando mi trovai in Russia non lo sapevo e il fatto di non essere preparato a viaggiare in un paese straniero mi costò caro. In tutta onestà ora non posso far altro che incolpare me stesso, il turista.

Che dire degli acquisti?

Un errore che molti turisti fanno quando vanno all’estero è di aspettarsi di trovare le stesse cose che troverebbero in patria. Questo è quanto ci accadde un giorno quando decidemmo di andare a comprare qualcosa da mangiare nella vicina Prospettiva Nevskij. Non fu così facile come avevamo immaginato. Dopo avere tentato in diversi negozi non riuscivamo ancora a capire qual era la procedura da seguire per fare un acquisto. Provammo coi gesti, indicando esattamente quello che volevamo, ma non funzionò. Alla fine, dopo due ore e dopo aver tentato in vari negozi, riuscimmo a comprare un po’ di pane e formaggio!

Alcuni mesi dopo lessi in una guida turistica come si effettua un acquisto nell’URSS: “Riscontrerete che bisogna fare la fila ben tre volte: prima per scegliere quello che si vuole comprare e ritirare un biglietto, poi alla cassa per pagare e ritirare il biglietto timbrato e infine per ritirare l’acquisto”. Sì, quell’informazione era lì, ma mi era di ben poca utilità leggerla adesso che il viaggio era finito. Un paese bisogna imparare a conoscerlo prima di visitarlo, non mentre si è lì o dopo.

La barriera della lingua

È ovvio che la maggior parte di questi piccoli incidenti non sarebbero accaduti se avessi saputo parlare la lingua. Naturalmente, non si pretende che si impari la lingua di un paese prima di visitarlo, si tratti della Russia o di qualsiasi altro paese. Ma se ce n’è l’occasione è senz’altro bene imparare le cose fondamentali. Come minimo si dovrebbe avere un libro tascabile di frasi idiomatiche. Si possono sempre indicare le parole quando si cerca di comunicare.

La barriera della lingua fu la causa di alcune delle mie difficoltà in Russia. Ma perché darne la colpa al paese? È bene riconoscere che a volte i turisti che visitano il nostro paese di provenienza incontrano le stesse difficoltà.

Attività illegali

Alcuni turisti finiscono per trovarsi in situazioni molto imbarazzanti perché svolgono intenzionalmente attività illegali solo per procurarsi un po’ di denaro facile. Con questo si mostra mancanza di rispetto per coloro che hanno dato ospitalità aprendo le porte del proprio paese.

Più di una volta fummo avvicinati da uomini che volevano acquistare qualche nostro capo di vestiario o valuta. Ne ricordo uno che venne da me a chiedermi: “Non ha proprio nulla da vendere?” Non è strano che le guide turistiche avvertano di non fare del mercato nero, si tratti di valuta, abiti, macchine fotografiche o altro.

Molti altri lo fecero, ma noi come testimoni di Geova, non vendemmo mai al mercato nero né partecipammo consapevolmente ad altre attività illegali. (L’incidente della macchina fotografica fu dovuto a ignoranza da parte nostra). Come cristiani dobbiamo mostrare rispetto per le autorità locali. ‘Rendiamo a Cesare quello che è di Cesare’. (Matteo 22:21) Se si hanno dubbi di qualche genere, forse la cosa migliore è seguire questa norma: Se non si è certi che una cosa sia permessa, è più prudente supporre che sia senz’altro vietata. Questo modo d’agire serve di protezione quando si viaggia, indipendentemente dal paese in cui si va.

Qual è la vostra opinione?

Qual è dunque la vostra opinione? Di chi è la colpa: della Russia o del turista? Senza dubbio la colpa maggiore è del turista e non del paese. E probabilmente può dirsi la stessa cosa di molti altri che hanno visitato la Russia e altri paesi diversi per cultura e forma di governo. Il fatto è che molti viaggiatori, pur essendo ben preparati sotto altri aspetti, forse non sono pronti a venire a contatto con un paese straniero. Quindi la prossima volta che vi preparate per un viaggio all’estero, chiedetevi: Quante cose so della gente che incontrerò, della lingua e delle abitudini? Potreste riscontrare che anche se avete la valigia pronta, forse non siete pronti mentalmente.

Ma può darsi chiediate: Tutte queste informazioni si possono davvero ottenere? Certo, e in abbondanza! Per esempio, se fate un viaggio nell’URSS potete rivolgervi all’Agenzia Viaggi Intourist, un’agenzia di proprietà del governo sovietico e da esso gestita, che ha sedi in quasi tutti i paesi e si rende utile in ogni modo possibile. Tramite essa potete procurarvi dati ufficiali sui regolamenti più recenti, nonché altre utili informazioni.

Guide turistiche di numerosi altri paesi abbondano e sono reperibili in molte librerie e biblioteche. Perché non leggerne una sul paese che intendete visitare prima di fare il viaggio? Vi aiuterà a godervi le vacanze, a evitare inutili difficoltà e anche a fare ritorno senza che vi sia confiscato un prezioso rollino!

Perciò, la prossima volta che andate in vacanza all’estero e vi capiterà qualcosa di spiacevole, a chi darete la colpa? Al paese o a voi stessi? — Da un collaboratore.

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