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  • Parte I: Nella stretta delle preoccupazioni finanziarie

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  • Parte I: Nella stretta delle preoccupazioni finanziarie
  • Svegliatevi! 1992
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  • Difficoltà economiche
  • La stretta si sta allentando?
  • Che cosa sta accadendo ai prezzi?
    Svegliatevi! 1974
  • Perché il costo della vita aumenta?
    Svegliatevi! 1989
  • Potete trovare sicurezza fra le difficoltà economiche?
    Svegliatevi! 1975
  • Perché nessuno può predire l’economia
    Svegliatevi! 1975
Altro
Svegliatevi! 1992
g92 8/1 pp. 3-4

Ascesa e declino del commercio mondiale

Parte I: Nella stretta delle preoccupazioni finanziarie

“Sebbene i padri e le madri ci diano la vita, soltanto il denaro la preserva”. — Ihara Saikaku, The Japanese Family Storehouse; o, The Millionaires’ Gospel.

AVETE mai avuto estremo bisogno di denaro? O vi è capitato di non avere contanti a sufficienza per pagare qualcosa di essenziale? Oppure è successo che la vostra famiglia patisse la fame o fosse vestita miseramente? Oggi ci sono milioni di persone che risponderebbero di sì a queste domande. Sanno cosa vuol dire avere preoccupazioni finanziarie.

Immaginate l’ansia di un padre disoccupato con delle bocche da sfamare e dei conti da pagare. Pensate allo stato d’animo di una madre stanca che fa la fila per ottenere generi di prima necessità quasi introvabili solo per scoprire che gli scaffali del negozio sono vuoti o i prezzi troppo alti. Considerate le condizioni di quel dirigente commerciale la cui azienda sta per fallire o di quel governo che lotta per liberarsi da un debito di miliardi di dollari.

Nel mondo d’oggi perfino certe parole suscitano inquietudine. Il nostro reddito (denaro, beni o servizi ricevuti in cambio di lavoro o dell’impiego di altre risorse) può essere così basso che il nostro tenore di vita (il modo di vivere a cui siamo abituati, economicamente parlando) è seriamente minacciato. Tutto questo può essere causato da disoccupazione, da recessione o da depressione (rallentamento dell’attività economica, la prima meno grave, la seconda più seria), oppure da inflazione (un aumento dei prezzi che si verifica quando la domanda supera l’offerta, così che il potere d’acquisto del denaro diminuisce). Se non abbiamo una sufficiente quantità di denaro non possiamo far fronte al costo della vita (il costo di beni e servizi di cui abbiamo bisogno ogni giorno).

Difficoltà economiche

La grande depressione degli anni ’30, dice un esperto, fu una tragedia di natura economica che “investì ogni paese e ogni aspetto della vita, sociale e politica, nazionale e internazionale”. Il rafforzarsi delle forze politiche estremiste in Germania e in Italia contribuì allo scoppio della seconda guerra mondiale, e questo illustra quanto peso possano avere le difficoltà economiche. Infatti, in un suo libro John K. Galbraith ha scritto: “In Germania, all’inizio del 1933, arrivò al potere Adolf Hitler. Gran parte del suo successo deve essere attribuito alla diffusa disoccupazione e alla dolorosa contrazione dei salari, degli stipendi, dei prezzi e dei valori delle proprietà”. Parlando dell’inflazione esistente all’epoca negli Stati Uniti, Galbraith ha aggiunto: “Qualunque fosse l’importanza della moneta, non c’erano dubbi possibili sull’importanza delle paure da essa generate”. — La moneta: Da dove viene e dove va, trad. di E. Capriolo, Milano, Mondadori, 1976, p. 232.

I cambiamenti politici avvenuti nell’Europa orientale alla fine degli anni ’80 sono stati in gran parte determinati da fattori economici. Sovente essi sono decisivi anche nelle elezioni che si tengono nelle democrazie occidentali, dove, come si suol dire da tempo, i votanti sono influenzati da quei problemi che toccano il loro portafoglio.

Spesso vengono esercitate pressioni economiche nel tentativo di costringere i governi a cambiare la loro politica. Così le sanzioni economiche adottate nel nostro tempo sono state a volte l’equivalente degli assedi militari dell’antichità. Nel 1986, Europa, Giappone e Stati Uniti imposero sanzioni economiche contro il Sudafrica per protestare contro la sua politica di apartheid, ed evidentemente ebbero un certo successo. Nel 1990 la comunità mondiale, rappresentata dall’ONU, ha esercitato pressioni economiche sull’Iraq, ovviamente con minori risultati.

Nondimeno, la tendenza sembra chiara. Jacques Attali, scrittore francese nonché consigliere del presidente, afferma che ‘i mercanti stanno sostituendo i guerrieri quali attori principali sulla scena mondiale’. E una rivista di notizie faceva questo commento: “[In molti paesi] la potenza non si misura più in termini militari bensì in termini economici”.

La stretta si sta allentando?

Catastrofi naturali, malattie e delinquenza hanno un effetto sconvolgente sull’economia. Altrettanto dicasi dei debiti e dei disavanzi di bilancio. Secondo The Collins Atlas of World History, “[nei paesi in via di sviluppo] il debito internazionale è così grande che il mondo, a volte, è stato sull’orlo di una catastrofe economica di proporzioni colossali, e l’aumento della povertà, con tutta la disperazione e le minacce esplosive che comporta, è stato piuttosto allarmante”.

Sebbene alcuni governi abbiano il problema dell’inflazione galoppante, altri lottano coraggiosamente per evitarla. L’insicurezza appare sotto forma di mercati azionari instabili. La malattia improvvisa di un capo politico, o perfino voci infondate, possono distruggere enormi ricchezze nel giro di qualche ora. Il crollo di Wall Street dell’ottobre 1987 — ancora più grave di quello del 1929 — causò quella che è stata definita la peggiore settimana nella storia della finanza. Quasi 385 miliardi di dollari americani in valori patrimoniali finirono in fumo. Il mercato si riprese, ma molti esperti dicono che il vero crollo deve ancora venire: “Il mondo farebbe meglio a sperare di non scoprire mai cosa significherebbe quella rovina finale”, ha scritto il giornalista George J. Church.

Anziché allentarsi, la stretta delle difficoltà economiche e delle ansie che esse generano sembra aumentare. È dunque realistico pensare che finiscano presto?

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