Come acquistare e mostrare padronanza di sé
“Il frutto dello spirito è . . . padronanza di sé”. — Gal. 5:22, 23.
1. A che cosa si può rassomigliare la padronanza di sé? Perché?
UNA perla autentica è qualche cosa di valore. È rara e vivamente desiderata. Ma non si ottiene senza sforzo. Nel Golfo Persico, dove si dice siano trovate le più eccellenti perle autentiche d’acqua salata, il pescatore di perle può scendere da venticinque a trenta volte al giorno ai letti di ostriche, venendo ogni volta alla superficie con una dozzina circa d’ostriche. Ogni sambuco, che è un’imbarcazione araba che naviga lungo la costa, ha un equipaggio di quaranta o cinquanta uomini, metà dei quali sono pescatori. Tuttavia, ci è detto: “La produzione di perle eccellenti e autentiche è molto piccola. Per esempio, nel 1947, l’equipaggio di un battello che aprì le 35.000 ostriche perlifere raccolte in una settimana ottenne solo 21 perle. Di questo numero solo tre erano di qualità pregiata, adatte per l’uso commerciale”. (The Encyclopedia Americana, edizione del 1956, Volume 21, pagina 455) Alla rara e preziosa perla autentica si potrebbe rassomigliare la qualità della padronanza di sé. In questi “ultimi giorni” com’è rara! Quanti sono “senza padronanza di sé”! — 2 Tim. 3:1-3.
2. Definite la padronanza di sé.
2 Nelle Scritture Greche Cristiane la parola greca per padronanza di sé è egkráteia, che significa ‘autocontrollo, padronanza di sé; temperanza, moderazione nel piacere; padroneggiare e dominare le passioni’. (A New Greek and English Lexicon di James Donnegan, 1836, pagina 423) Secondo Webster’s Third New International Dictionary, la padronanza di sé è “controllo di sé: freno esercitato sui propri impulsi, sulle proprie emozioni, o sui propri desideri”. O si può dire che la padronanza di sé significa mantenere l’equilibrio delle forze mentali e fisiche, tenendole a freno o sotto controllo. Ai cristiani è possibile manifestare questa desiderabile qualità, la padronanza di sé, poiché hanno lo spirito santo di Dio e “il frutto dello spirito è . . . padronanza di sé [egkráteia]”. (Gal. 5:22, 23) Ma, come quelli che cercano perle autentiche devono lavorare faticosamente per procurarsele, così i cristiani ripieni di spirito devono lavorare strenuamente per acquistare questa qualità pregiata come una perla, la padronanza di sé.
3. Quanto è importante la padronanza di sé nella vita cristiana?
3 La vita di Cristo è stata definita ‘lo specchio della temperanza’, o della padronanza di sé. Che la padronanza di sé abbia una non piccola parte nella vita dei suoi seguaci è evidente dal fatto che l’apostolo Paolo, quando fu condotto dinanzi al governatore Felice diciannove secoli fa, gli parlò “della giustizia e della padronanza di sé [egkráteia] e del giudizio avvenire”. Sì, la padronanza di sé era così importante che Paolo ne fece uno speciale punto di considerazione quando fu davanti al governatore romano Felice. — Atti 24:24-27.
4, 5. (a) La padronanza di sé che cosa permetterà al cristiano di affrontare mentre la fine di questo sistema di cose si avvicina sempre più? (b) Quale moderna evidenza c’è della padronanza di sé mostrata dai testimoni di Geova nella persecuzione?
4 La padronanza di sé era una significativa qualità cristiana diciannove secoli fa ed è essenziale oggi. Mentre la fine di questo sistema di cose si avvicina sempre più, ci saranno tempi di tensione, di schiacciante ansietà, persino di dolore, per molti. Con lo spirito di Dio espresso nella padronanza di sé, il cristiano sarà in grado di rimanere equilibrato, mentre altri crolleranno sotto la tensione. Con la padronanza di sé i cristiani possono sopportare e sopporteranno le quotidiane pressioni della vita e resisteranno alle severe tempeste della persecuzione. Hanno già dato prova di poterlo fare. Naturalmente, per affrontare grande opposizione e violenta persecuzione, devono fare la loro parte varie qualità cristiane. Ma, indiscutibilmente, la padronanza di sé è molto necessaria. Nei tempi antichi i cristiani la mostrarono in molti modi, anche di fronte alla morte, quando altri avrebbero prontamente abbandonato i loro princìpi. Questi fatti della storia non devono essere provati qui. (Vedere Svegliatevi! dell’8 ottobre 1962, pagine 20, 21, e La Torre di Guardia del 15 marzo 1959, pagine 169-171). Si noti, però, che i cristiani padroni di sé non hanno vacillato nella loro fede sotto estrema pressione nel giorno presente.
5 Nel suo libro intitolato “Lo Stato nazista”, il prof. Ebenstein dell’Università di Princeton scrisse riguardo ai testimoni di Geova: “Quando i testimoni non rinunciarono alla lotta per le loro convinzioni religiose, fu lanciata contro di loro una campagna di terrore che superò qualsiasi cosa perpetrata contro altre vittime del nazismo in Germania. . . . Le sofferenze dei Testimoni di Geova nei campi furono anche peggiori di quelle riservate agli Ebrei, ai pacifisti o ai comunisti. Per quanto la setta sia piccola, ogni membro sembra una fortezza che si può distruggere ma mai prendere”. Pure riguardo alla persecuzione dei testimoni di Geova, Richard Mathison dichiara nel suo libro God Is a Millionaire: “Tutta questa persecuzione è stata sopportata bene. . . . E forse quelli che sono rigidamente convenzionali hanno una lezione da imparare dall’indomabile coraggio di questa perseguitata minoranza. Durante la guerra di Corea, i prodotti del facile protestantesimo, delle nostre scuole militari e delle nostre migliori università crollarono a decine sotto la tensione e le blandizie del lavaggio del cervello comunista. Uno studio del problema compiuto dal Pentagono ha portato a una vergognosa conclusione: Quei pochi Testimoni di Geova che finirono prigionieri di guerra resistettero tutti agli sforzi scientifici e psicologici di convertirli al comunismo, meglio di un certo numero di patriottici allievi di West Point”. Ovviamente, la padronanza di sé è una delle qualità necessarie ai cristiani per sopportare l’intensa persecuzione. Naturalmente, è anche necessaria ai servitori di Geova in altri modi, nei vari aspetti della vita. Ma come si può ottenere questa perla pregiata?
COME CONSEGUIRE QUESTO FRUTTO DELLO SPIRITO
6, 7. (a) Se desiderate acquistare e mostrare padronanza di voi stessi, qual è un’esigenza primaria? (b) Quali qualità devono contrassegnare le preghiere cristiane per la padronanza di sé?
6 “Se dunque voi, benché siate malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre che è in cielo darà spirito santo a quelli che glielo chiedono!” (Luca 11:13) Che assicurazione! Realmente, i cristiani che pregano premurosamente Geova per il suo spirito espresso con la padronanza di sé non avranno nessuna delusione, poiché “qualunque cosa chiediamo secondo la sua volontà, egli ci ascolta”. (1 Giov. 5:14, 15) Quindi, come cristiani che desiderate acquistare e mostrare la padronanza di voi stessi, pregate Geova per mezzo di Cristo al fine di ricevere lo spirito in modo di esprimere questa preziosa qualità. (Giov. 14:6, 14) E poiché ci vorrà continuo sforzo per mantenere la padronanza di sé, date ascolto all’ammonizione di ‘pregare incessantemente’, ‘essere costanti nella preghiera’ e “vigilanti in vista delle preghiere”. (1 Tess. 5:17; Rom. 12:12; 1 Piet. 4:7) Tutti questi sono buoni consigli!
7 Nelle preghiere cristiane per lo spirito di Geova e la padronanza di sé, dev’esserci sincerità e umiltà. Se nella persona, nel suo cuore, c’è qualcosa che influisce sul suo atteggiamento, dovrebbe pregare Geova come fece Davide dell’antichità, che implorò: “Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore. Esaminami, e conosci i miei inquietanti pensieri. E vedi se c’è in me alcuna via penosa, e conducimi nella via del tempo indefinito”. (Sal. 139:23, 24) Tale umile, fervente preghiera per ricevere l’aiuto di Geova porterà sicuramente risultati.
8, 9. (a) Oltre alla preghiera, che cosa ci vuole per ottenere e mantenere l’equilibrio? (b) Che parte hanno le adunanze cristiane a questo riguardo?
8 Oltre a pregare, comunque, il cristiano che apprezza la perla della padronanza di sé dovrebbe operare per ottenere e mantenere l’equilibrio per mezzo della quotidiana lettura e dello studio della Bibbia. Giosuè fu ammonito: “Questo libro della legge non dovrebbe dipartirsi dalla tua bocca e vi devi leggere sottovoce giorno e notte, per aver cura di fare secondo tutto ciò che vi è scritto; poiché allora avrai successo nella tua via e allora agirai con saggezza”. (Gios. 1:8) La padronanza di sé, l’equilibrio, come pure la sapienza deriveranno da tale frequente considerazione della legge di Dio, purché applichiate l’istruzione biblica. E quelli che mettono continuamente Geova davanti a sé non vacilleranno. — Sal. 16:8.
9 Ma l’intendimento delle dottrine, delle leggi e dei princìpi scritturali non si ottiene automaticamente. Dio non tratta coi singoli individui indipendentemente dalla sua organizzazione terrestre. (Matt. 24:45-47) Dopo il versamento dello spirito santo il giorno di Pentecoste del 33 E.V., i seguaci di Cristo si radunarono nelle case non solo per mangiare insieme e per godere della piacevole associazione, ma per lodare Geova. Tennero adunanze di congregazione alle quali i conservi credenti potevano aiutarsi e incoraggiarsi spiritualmente a vicenda. (Ebr. 10:24, 25; Matt. 18:20; Atti 2:46, 47) Oggi avviene la stessa cosa. La frequenza alle adunanze cristiane permette di ricevere istruzione spirituale che è essenziale per acquistare i frutti dello spirito di Dio, compresa la padronanza di sé. Inoltre, a tali raduni si osservano queste qualità all’opera.
10. Come la regolare attività nel ministero cristiano contribuisce all’equilibrio?
10 La regolare attività nel ministero cristiano è pure di vitale importanza. Contribuisce all’equilibrio. Quando voi, come ministri, incontrate e superate con tatto domande e obiezioni, acquistate maturità e maggiore padronanza di voi stessi. L’esperienza che si acquista nel ministero vi aiuterà a mantenere calma e sangue freddo. Con tale esperienza e con l’aiuto di Geova, anche quando siete provocati potete lasciare che “la vostra espressione sia sempre con grazia, condita con sale, in modo da sapere come dare risposta a ciascuno”. — Col. 4:6.
11. In che modo è d’aiuto la veduta spirituale?
11 Lo studio della Parola di Dio e la ricerca degli interessi del Regno permetteranno pure di acquistare una mente spirituale. I problemi della vita si possono risolvere o almeno ridurre ricorrendo alle Scritture e applicandole. L’uomo che ha una veduta spirituale è equilibrato; ha padronanza di sé ed è una persona felice. Quindi, riempite regolarmente la vostra mente coi pensieri di Dio. Accertatevi di ragionare sui princìpi biblici e di applicarli quando sorgono problemi. Potete in tal modo acquistare e mantenere il possesso della preziosa perla della padronanza di sé. — 1 Cor. 2:6-16.
12, 13. Considerando la padronanza di sé, che cosa si può dire delle abitudini?
12 Divenendo moderati in tutte le cose e coltivando buone abitudini si contribuirà pure alla padronanza di sé. Il sorvegliante cristiano dev’essere “di abitudini moderate”. Ma non è il solo nella congregazione che debba essere così. Paolo disse: “Le donne dovrebbero similmente esser . . . di abitudini moderate”. (1 Tim. 3:2, 11) E a Tito l’apostolo scrisse: “Gli uomini d’età avanzata siano di abitudini moderate”. (Tito 2:2) La moderazione e le buone abitudini sono dunque obblighi cristiani! Impegnatevi per essere “di abitudini moderate” e accertatevi che siano tutte buone abitudini. Questo farà migliorare la vostra padronanza di voi stessi.
13 Ma fate attenzione! Altri possono influire sul vostro equilibrio. Ora potete avere utili abitudini cristiane, ma badate alle vostre compagnie. “Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Cor. 15:33) I cattivi compagni possono allontanarvi dall’associazione cristiana e farvi divenire amanti del mondo. Non permettete mai che questo accada, poiché “il mondo passa e pure il suo desiderio”. Ad ogni costo mostrate padronanza di voi stessi nella scelta dei vostri amici. — 1 Giov. 2:15-17.
14. Per acquistare maggiore padronanza di voi stessi, come dovreste trattare i vostri compagni? Perché?
14 Avendo scelto i vostri compagni, come li tratterete? Se dovete acquistare maggiore padronanza di voi stessi, nei rapporti con loro dovrete avere empatia, mettendovi a volte al loro posto. (Matt. 7:12) Date ad altri il beneficio del dubbio. Questo è meglio che supporre che la sbadataggine di qualcuno, il non parlarvi in un’occasione, per esempio, fosse un deliberato affronto. Considerate le cose in maniera equilibrata. Mostrate padronanza di voi stessi e perspicacia. Vi farà bene. Ricordate questo: “Chi mostra perspicacia in una faccenda troverà bene, e felice è chi confida in Geova”. — Prov. 16:20.
15. Quale attitudine si dovrebbe adottare verso la disciplina?
15 Per sviluppare ulteriormente padronanza cristiana, accettate umilmente la disciplina. Potete riceverla mentre leggete la Bibbia e le pubblicazioni cristiane, notando l’ammonizione che dovreste applicare nella vostra vita. O può venirvi da qualche sorvegliante cristiano, che pure riceve disciplina in armonia coi suoi propri bisogni. Perché rigettare la disciplina biblica o cristiana? Dopo tutto, viene tutta da Dio, “poiché Geova disciplina colui che ama”. (Ebr. 12:6) Ma, avendo considerato i modi di ottenere la perla della padronanza di sé, consideriamone il valore quando è all’opera.
PADRONEGGIATE IL VOSTRO UMORE, LA VOSTRA LINGUA E I VOSTRI PENSIERI
16. (a) L’uomo che non sa controllare il suo umore a che cosa si può paragonare? (b) Quale indole è degna di nota?
16 Nei tempi antichi, una città senza mura, o nelle cui mura fosse stata aperta una breccia, era davvero indifesa. Eppure, un uomo che non padroneggia il suo umore è proprio lo stesso. Proverbi 25:28 dice: “Come una città diroccata, senza mura, è l’uomo che non tiene a freno il suo spirito”. Tale uomo è senza vero equilibrio. È pure privo di perspicacia, poiché Proverbi 19:11 dichiara: “La perspicacia dell’uomo per certo rallenta la sua ira”. Tale uomo dovrebbe pensare a Cristo. Gesù disse di sé: “Io sono d’indole mite e modesto di cuore”. Egli dichiarò felici quelli che erano d’indole mite. (Matt. 11:29; 5:5) Se dunque sentite l’impulso ad abbandonarvi a uno scoppio d’ira, meditate sulle sue parole e seguite il suo esempio. — Ebr. 12:1-3.
17. Possono gli uomini imperfetti mantenere la calma? Confermate la vostra risposta.
17 Comunque, potete pensare che fosse relativamente facile per Gesù, un uomo perfetto, dominare il suo spirito, mentre che per gli uomini imperfetti sia una cosa del tutto diversa. Ma è così? Abraamo e Lot erano solo uomini imperfetti, sebbene fossero uomini giusti. (Gen. 15:6; 2 Piet. 2:7) Quando i loro mandriani si trovarono immischiati in un’accesa disputa, che cosa fecero Abraamo e Lot? “Abraamo disse a Lot: ‘Ti prego, non ci sia nessuna lite fra me e te e fra i miei mandriani e i tuoi mandriani, poiché noi uomini siamo fratelli’”. Essi si separarono ma rimasero in buoni rapporti, come “fratelli”. (Gen. 13:5-12) Ebbene, i cristiani non sono forse fratelli spirituali? Sì, naturalmente. Anch’essi dovrebbero quindi risolvere le difficoltà, non con uno spirito d’ira, ma con padronanza di sé. Come sarebbe poco cristiano agire diversamente!
18. Rispetto allo spirito, quale condotta dovrebbero imitare i cristiani e quale dovrebbero evitare?
18 Forse ricordate due fratelli carnali, figli di Giacobbe, che persero una benedizione migliore perché furono uomini violenti, facili alla collera. Riguardo a loro Giacobbe disse nella benedizione che diede ai suoi figli in punto di morte: “Simeone e Levi sono fratelli. Le loro armi per scannare sono strumenti di violenza. Nel loro gruppo intimo non entrare, o anima mia. . . . Maledetta sia la loro ira, perché è crudele, e la loro furia, perché opera severamente. Fammeli spartire in Giacobbe, fammeli disperdere in Israele”. (Gen. 49:5-7) Questi violenti figli di Giacobbe agirono aspramente e con ira. Furono senza padronanza di sé, mentre Abraamo e Lot la possedettero. Certo i cristiani dovrebbero evitare la condotta di Simeone e Levi e dovrebbero imitare quella di Abraamo e Lot.
19. Qual è l’effetto dell’umore sfrenato? A quale consiglio scritturale si dovrebbe dunque dare ascolto?
19 L’umore sfrenato danneggia i rapporti con gli altri e mostra che la persona non è saggia. “Tutto il suo spirito è ciò che lo stupido manda fuori”, dice Proverbi 29:11, “ma chi è saggio si tiene calmo sino alla fine”. Appropriatamente, il Congregatore dell’antichità dichiarò: “È meglio chi è paziente che chi è di spirito superbo. Non t’affrettare nel tuo spirito a offenderti, poiché l’offendersi è ciò che riposa nel seno degli stupidi”. (Eccl. 7:8, 9) La sapienza non è mostrata dall’egoista. E “chi presto si adira commette stoltezza”. (Prov. 14:17) Non siate dunque facili a offendervi. Passate sopra alle piccole seccature. “Non dire: ‘Di sicuro renderò il male!’ Spera in Geova, ed egli ti salverà”. (Prov. 20:22) Cercate i modi per allontanare l’ira altrui, ricordando che “la risposta, quando è mite, allontana il furore, ma la parola che causa pena fa sorgere l’ira”. (Prov. 15:1) Anche se altri causano offesa, agite prontamente per mettere a posto le cose. Date ascolto alle parole di Paolo: “Siate adirati, eppure non peccate; il sole non tramonti sul vostro stato d’irritazione”. — Efes. 4:26; Matt. 5:23, 24.
20. Che cosa disse Giovanni di colui che odia il suo fratello? Quindi, come dovrebbero agire i cristiani?
20 I cristiani non possono permettersi di perdere la padronanza di sé e incollerirsi, mostrando odio invece di amore, né dovrebbero nutrire tale inimicizia. (Prov. 26:24-26) Se lo facessero, sarebbero nelle tenebre. L’apostolo Giovanni scrisse: “Chi ama il suo fratello rimane nella luce, e nel suo caso non vi è causa d’inciampo. Ma chi odia il suo fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre, e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi”. (1 Giov. 2:9-11) Indipendentemente da dove siete o dalla natura delle prevalenti circostanze, mantenetevi padroni di voi stessi. In casa, per esempio, non siate mariti aspri, mogli brontolone o figli che mettono il broncio o manifestano un brutto carattere. (Col. 3:18-20) L’umore incontrollato conduce alla collera e al rammarico. Ma quelli che sono benigni, non aspri, riguardosi, non critici, e d’indole mite anziché avere un brutto carattere avranno sotto questi aspetti l’approvazione celeste.
21, 22. A quale consiglio scritturale si deve dare ascolto per controllare la lingua?
21 Naturalmente, per mantenere la calma dovete controllare la lingua. Giacomo scrisse: “Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non conviene, fratelli miei, che queste cose continuino ad avvenire in questo modo. Una fonte non fa sgorgare dalla stessa apertura il dolce e l’amaro, non è vero? Fratelli miei, un fico non può produrre ulive né una vite fichi, non vi pare? Né l’acqua salata può produrre acqua dolce”. (Giac. 3:10-12) Sì, Giacomo considerava la lingua, e il vigoroso punto che espresse è chiaro. I cristiani devono per certo tenere a freno la lingua.
22 Il parlare osceno, il pettegolezzo e la calunnia non hanno posto nella vita del cristiano. “Non esca dalla vostra bocca nessuna parola corrotta”, disse Paolo agli Efesini, “ma qualsiasi parola che sia buona per edificare secondo il bisogno, onde impartisca ciò che è favorevole agli uditori. . . . Ogni acrimoniosa amarezza e rancore e ira e clamore e parola ingiuriosa sia tolta via da voi con ogni malizia”. (Efes. 4:29-31) Evitate il linguaggio impuro. E badate a ciò che dite degli altri. (Sal. 15:1-3) Non spargete né ascoltate pettegolezzi. Quando le storie sono ripetute, vengono spesso colorite. Il pettegolezzo può così trasformarsi in calunnia, riguardo alla quale fu detto agli Israeliti: “Non devi andare in giro fra il tuo popolo allo scopo di calunniare”. (Lev. 19:16) Date ascolto a queste parole. In questo e in altri modi controllate la vostra lingua.
23. Come possono i cristiani controllare i loro pensieri, e che specie di pensieri si dovrebbero evitare?
23 Ma se dovete evitare il pettegolezzo, la calunnia e il parlare osceno, dovete controllare i vostri pensieri. Quindi, se entra nella vostra mente ciò che è inadeguato o impuro, metteteci un freno. Richiamate alla mente cose giuste, caste, amabili, di cui si parla bene, virtuose e degne di lode e meditate su di esse. (Filip. 4:8, 9) Pregate Geova per avere maggiore padronanza di voi stessi. Questo significa evitare il pensiero materialistico e anche la preoccupazione. Dopo tutto, Gesù disse che “anche quando una persona ha abbondanza la sua vita non dipende dalle cose che possiede”. (Luca 12:15) Perché dunque essere ansiosi? Geova conosce i vostri bisogni in quanto a cibo, bevanda e vestiario. Cristo dichiarò saggiamente: “Continuate dunque a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. (Matt. 6:25-34) Che buon consiglio! Seguitelo, esercitando padronanza di voi stessi, e sarete veramente felici.
MOSTRATE PADRONANZA NEL MANGIARE, NEL BERE E NELLA RICREAZIONE
24. (a) Anche se nel mangiare non si arriva al punto d’essere ghiottoni, che effetto potrebbe avere? (b) Che cosa può derivare dalla mancanza di padronanza di sé nel bere bevande alcoliche?
24 Benché non dobbiamo preoccuparci indebitamente per procurarci di che mangiare o bere, una volta che l’abbiamo dovremmo mostrare padronanza di noi stessi. Proverbi 23:20, 21 avverte: “Non essere fra gli smodati bevitori di vino, fra quelli che sono ghiotti mangiatori di carne. Poiché l’ubriacone e il ghiotto si ridurranno in povertà, e la sonnolenza farà vestire di semplici stracci”. Naturalmente, si può non arrivare proprio al punto d’essere ghiottoni nel mangiare. Ma l’eccesso nel mangiare può significare un ministero letargico e infruttuoso e sonnolenza alle adunanze cristiane. Esercitate perciò padronanza nel mangiare. Ed evitate ad ogni costo l’ubriachezza. Essa degrada la persona. Inoltre, se il cristiano si inebriasse, potrebbe far inciampare altri e recare biasimo sull’organizzazione di Geova. L’ubriachezza può facilmente rovinare completamente la propria vita, poiché l’ubriacone abituale e impenitente dev’essere disassociato dalla congregazione cristiana. Certo egli paga per la sua mancanza di padronanza di sé! — 1 Cor. 6:9, 10.
25. Cercando la ricreazione e dedicandovisi, che cosa dovrebbe tenere presente il cristiano?
25 Anche quando si svaga, il cristiano non può dimenticare la padronanza di sé se vuole piacere a Dio. Quando si dedica alla ricreazione, dev’essere moderato. Gli sport, per esempio, devono essere tenuti al giusto posto. “L’addestramento corporale è utile per un poco”, scrisse Paolo; “ma la santa devozione è utile per ogni cosa, giacché ha la promessa della vita d’ora e di quella avvenire”. (1 Tim. 4:8) Cercando lo svago, il vero cristiano non cederà alle imperfette inclinazioni della carne decaduta, ma sceglierà tipi di divertimento che abbiano su di lui un effetto edificante. Comunque, userà anche buon giudizio non rimanendo alzato fino a tardi, il che potrebbe danneggiargli la salute e ridurre la sua efficacia nel ministero. Perciò, andrà a letto presto il sabato sera, per esempio, così da essere riposato e desto per l’attività di ministero la domenica mattina. Perché sprecare stoltamente le energie dedicandosi alla ricreazione, solo per venir meno al suo stesso scopo a causa di mancanza di padronanza di sé? Agite saggiamente. Siate moderati, esercitando padronanza anche in questa fase della vita.
26. Perché la padronanza di sé vale tutto il lavoro fatto per ottenerla e mostrarla?
26 È dunque evidente che, come la squisita perla naturale, la padronanza di sé non si acquista né si coltiva ulteriormente senza premuroso sforzo. Ma vale la pena di fare tutto il lavoro necessario per ottenerla e mostrarla. Consideratene solo il valore e l’importanza. Acquistando e mostrando padronanza di voi stessi in questi ultimi giorni, piacerete a Geova. E, rimanendogli fedeli, riceverete felicemente la sua benedizione ora e nel suo promesso nuovo ordine. (2 Piet. 3:11-13) Infatti, oggi, quando c’è tanto da fare per lodare Geova e predicare la buona notizia del Regno, la padronanza di sé è essenziale per il progresso cristiano.