-
RomaniIndice delle pubblicazioni Watch Tower 1945-1985
-
-
12:1 ad 1132; w85 1/5 25; w82 1/11 13-14; w81 1/2 22; w80 15/1 15; w79 1/1 22; w79 1/11 18; w78 15/3 22; g78 22/6 28; w72 222; w69 477; li 282-283; w66 255; w65 557; w63 310, 524, 691; w62 469; lg 299; w50 155; w46 116-118
-
-
RomaniGuida alle ricerche per i Testimoni di Geova — Edizione 2019
-
Romani — Approfondimenti al capitolo 12Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (edizione per lo studio)
-
-
Dunque A quanto pare Paolo usa questa espressione per mettere in relazione quello che ha detto in precedenza nella sua lettera con quello che sta per dire. È come se dicesse: “Considerato quello che vi ho spiegato, vi esorto a fare quanto segue”. Nei capitoli precedenti Paolo ha parlato dell’opportunità data sia a ebrei che a non ebrei di essere dichiarati giusti davanti a Dio grazie alla fede, e non alle opere, e di regnare insieme a Cristo (Ro 1:16; 3:20-24; 11:13-36). A partire dal capitolo 12, Paolo esorta i cristiani a dimostrare la loro fede e la loro gratitudine ubbidendo a Dio e vivendo una vita di sacrificio.
fratelli Vedi approfondimento a Ro 1:13.
presentare il vostro corpo Sotto la Legge mosaica gli israeliti presentavano in sacrificio degli animali dopo averli uccisi. Ogni sacrificio di questo tipo poteva essere offerto una volta sola. Il cristiano, invece, presenta il suo corpo, cioè tutto sé stesso, in sacrificio vivente e lo fa di continuo. Questo “sacrificio” include la mente, il cuore e la forza di una persona, tutte le sue facoltà. Consiste in una completa dedicazione che coinvolge ogni aspetto della vita. Paolo aggiunge che il sacrificio di un cristiano deve essere santo e gradito a Dio. Forse allude al fatto che gli israeliti non dovevano offrire animali con difetti, ad esempio quelli zoppi o deformi, perché sarebbero stati inaccettabili come sacrifici (Le 22:19, 20; De 15:21; Mal 1:8, 13). In modo simile, perché i loro sacrifici siano graditi, i cristiani devono vivere una vita pura in armonia con quello che Dio approva.
sacro servizio O “adorazione”. Qui compare il sostantivo greco latrèia, che in genere si riferisce al culto reso a una divinità. A volte nelle Scritture Greche Cristiane questo sostantivo è usato in riferimento al sistema di adorazione giudaico basato sulla Legge mosaica (Ro 9:4; Eb 9:1, 6). Qui però Paolo lo usa per riferirsi all’adorazione resa a Dio dai cristiani. Il verbo greco affine latrèuo (“rendere sacro servizio”) è usato sia in relazione all’adorazione resa secondo la Legge mosaica (Lu 2:37; Eb 8:5; 9:9, nt.) sia all’adorazione resa dai cristiani (Flp 3:3; 2Tm 1:3; Eb 9:14; Ri 7:15). In Ro 1:9 Paolo spiega che un aspetto importante del sacro servizio da lui reso a Dio è la predicazione della “buona notizia di suo Figlio”.
con le vostre facoltà mentali Nell’espressione originale compare il termine logikòs, che in questo contesto trasmette l’idea di un sacro servizio reso in modo “logico”, “razionale”, “intelligente”. Secondo un lessico il termine significa “ben ponderato”, “meditato”. Il cristiano è spesso invitato a ragionare attentamente sui princìpi biblici. Deve capire come questi princìpi hanno relazione l’uno con l’altro e come influiscono sulle decisioni da prendere. Può usare le facoltà mentali che Dio gli ha dato per prendere decisioni equilibrate che avranno l’approvazione e la benedizione divina. Per molti ebrei che si erano convertiti al cristianesimo ma che erano abituati a seguire le tante regole dettate dalla tradizione, questo era un grosso cambiamento.
-