Giobbe
5 Se ho camminato con [uomini di] falsità,+
E il mio piede si affretta all’inganno,+
7 Se il mio passo devia dalla strada,+
O il mio cuore ha camminato semplicemente dietro ai miei occhi,+
O qualche difetto si è attaccato alle palme delle mie proprie mani,+
8 Che io semini e qualcun altro mangi,+
E i miei propri discendenti siano sradicati.
9 Se il mio cuore è stato adescato verso una donna,+
Ed ero in agguato+ al medesimo ingresso del mio compagno,
10 Macini mia moglie per un altro uomo,
E su di lei si inginocchino altri uomini.+
11 Poiché questo sarebbe condotta dissoluta,
E questo sarebbe un errore da [sottoporre all’attenzione dei] giudici.+
12 Poiché questo è un fuoco che divorerebbe fino alla distruzione,*+
E metterebbe radice fra tutto il mio prodotto.
13 Se rifiutavo il giudizio del mio schiavo
O della mia schiava nella loro causa con me,
14 Quindi che posso fare quando Dio* si leva?
E quando chiede conto, che gli posso rispondere?+
16 Se trattenevo i miseri dal [loro] diletto,+
E facevo venir meno gli occhi della vedova,+
17 E mangiavo il mio boccone da solo,
Mentre l’orfano di padre non ne mangiava+
18 (Poiché fin dalla mia giovinezza egli crebbe presso di me come con un padre,
E dal ventre di mia madre la guidavo);
19 Se vedevo perire qualcuno per mancanza di veste,+
O che il povero non aveva di che coprirsi;
20 Se i suoi lombi non mi benedissero,+
Né si riscaldava con la lana tosata+ dei miei giovani montoni;
21 Se agitai da una parte all’altra la mano contro l’orfano di padre,+
Quando vedevo [che c’era bisogno del] mio aiuto alla porta,+
22 Cada la mia propria scapola dalla sua spalla,
E si rompa il mio proprio braccio dal suo osso superiore.
25 Se mi rallegravo perché la mia proprietà era molta,+
E perché la mia mano aveva trovato una gran quantità di cose;+
26 Se vedevo la luce quando rifulgeva,
O la preziosa luna che camminava,+
27 E il mio cuore era adescato in segreto+
E la mia mano baciava la mia bocca,*
28 Anche questo sarebbe stato un errore da [sottoporre all’attenzione dei] giudici,
Poiché avrei rinnegato il [vero] Dio di sopra.
29 Se mi rallegravo per l’estinzione di uno che mi odiava intensamente,+
O mi sentivo eccitato* perché l’aveva trovato il male . . .
31 Se gli uomini della mia tenda non dissero:
‘Chi può presentare qualcuno che non si è saziato del suo cibo?’*+ . . .
32 Nessun residente forestiero passava la notte fuori;+
Tenevo le mie porte aperte verso il sentiero.*
33 Se come uomo terreno* ho coperto le mie trasgressioni+
Nascondendo il mio errore nella tasca della mia camicia . . .
34 Poiché mi spaventerei davanti a una grande folla,
O lo stesso disprezzo delle famiglie mi terrorizzerebbe
E tacerei, non uscirei dall’ingresso.
35 Oh, avessi qualcuno che mi ascoltasse,+
Che l’Onnipotente stesso, secondo la mia firma,* mi rispondesse!+
O che l’individuo* in causa con me avesse scritto un documento stesso!
36 Sicuramente lo porterei sulla mia spalla;
Me lo legherei intorno come una grande corona.
38 Se contro di me il mio proprio suolo gridasse per invocare aiuto,
E insieme piangessero i suoi stessi solchi;
39 Se ne ho mangiato il frutto* senza denaro,+
E se ho fatto ansimare l’anima dei suoi proprietari,+
40 Invece di frumento spunti erbaccia spinosa,+
E invece d’orzo erbacce puzzolenti”.
Le parole di Giobbe sono giunte alla fine.