Avevo un solo desiderio: diventare una pattinatrice famosa
DA BAMBINA volevo fare la ballerina, e possibilmente diventare famosa. I miei genitori, ebrei, cominciarono a farmi prendere lezioni di ballo in tenera età. Per dieci anni studiai in scuole famose come i Ballets Russes de Monte-Carlo, la Fokine Ballet Company e l’American Ballet Theatre. Ma avendo i miei piedi le arcate difettose, non erano perfettamente adatti per il balletto; così decisi di tentare il ballo negli spettacoli di jazz a Broadway.
Ero in tournée con una compagnia di New York per rappresentare lo spettacolo How to Succeed in Business Without Really Trying quando conobbi della gente molto interessante che lavorava nello spettacolo di pattinaggio Ice Capades; fui invitata ad andare a vedere le loro prove. Pattinatori veramente dotati univano la grazia del balletto alle tecniche del pattinaggio: era bellissimo. Gli agenti degli Ice Capades pensavano che avrebbero potuto addestrarmi per il pattinaggio acrobatico a coppie dato che sapevo già ballare. Lasciai dunque lo spettacolo di Broadway per entrare nel quale avevo faticato tanto e cominciai a viaggiare con la compagnia di pattinatori. Era l’inizio di una nuova impegnativa carriera.
La difficile strada del successo
Ci voleva molto esercizio per unire lo stile acrobatico e quello del balletto alla scioltezza del pattinaggio su ghiaccio. Il successo dipende anche molto dai partner adatti, dalla loro personalità, dal loro aspetto fisico e dalla compatibilità. È un po’ come un matrimonio, ed è essenziale uno sforzo combinato.
Nel corso degli anni ho avuto diversi partner. Una volta, mentre facevo una piroetta con un partner, cademmo e io mi fratturai la schiena. Mi tolsero un disco dalla spina dorsale e seguì un anno di convalescenza, dopo di che tornai alla pista di ghiaccio.
Un altro dei miei partner decise all’improvviso di piantarci in asso mentre eravamo in tournée nella Repubblica Sudafricana. Si drogava. Era molto depresso e pensava che avrebbe potuto guadagnare di più altrove. Senza pensare minimamente alla compagnia o a me, se ne andò, con tutti i miei soldi. Era come se mi fosse mancata la terra sotto i piedi, per cui cominciai anch’io a prendere anfetamine. Fu un periodo terribile per me. Volevo solo porre fine alla mia vita.
Infine andai a lavorare in Germania in una scuola di pattinaggio gestita dall’Esercito americano. La paga era piuttosto bassa, per cui la mia alimentazione era soprattutto a base di pane e formaggio. Dopo aver lavorato con vari partner, ne trovai uno con cui mi intendevo veramente. Avemmo successo su scala internazionale e stemmo insieme per sette anni.
Non conquistammo la fama senza molto duro lavoro, prove e problemi. La lotta per diventare famosa era così importante per me che non volevo che nulla andasse storto. Se durante uno spettacolo veniva commesso un piccolo errore, ne incolpavo il mio partner, litigavo con lui e mi difendevo accanitamente. Ognuno di noi voleva avere “ragione”. Era una questione “di vita o di morte”. Una volta ci fu inflitta una multa equivalente a circa 40.000 lire ciascuno perché litigavamo così forte dietro le quinte che ci sentivano dalle prime file. Era risaputo che le scene più interessanti fra noi erano quelle che avevano luogo dietro le quinte anziché sulla pista. Pensavo che valesse la pena di lottare per diventare famosa. Eppure per qualche ragione non mi dava la felicità né un senso di stabilità e di benessere.
Ad ogni modo fui all’altezza della sfida che avevo accettata. Diventai famosa e lavorai in alcuni dei migliori locali notturni del mondo. Ma dov’era tutta la felicità che avevo immaginato di provare? Mi sentivo soltanto terribilmente sola. Alla fine sarebbe arrivata la vecchiaia e, anche se avevo la sicurezza economica, la vita sarebbe stata piuttosto vuota se non c’era altro che questo. Cosa potevo realmente aspettarmi dal futuro? Solo la morte, come chiunque altro.
Cos’è che attira nel mondo dello spettacolo?
Parlando per esperienza personale e in base a quello che ho visto, devo dire che molti artisti crescono con un complesso di inferiorità. Coltivano il desiderio di diventare persone migliori grazie al mondo del teatro. Il trucco e i costumi danno la sensazione di poter raggiungere questo fine. Molti hanno anche un estremo bisogno d’amore, ed è diffusa l’idea che nel mondo dello spettacolo si abbiano tanti amici e ammiratori. Alcuni credono che gli applausi soddisfino questo ardente desiderio e che così saranno felici. In effetti questo accade di rado.
So che nel mondo dello spettacolo molti provano i sentimenti che provavo io. Hanno successo e arrivano in cima. Poi, rendendosi conto di non essere veramente amati e sentendo che manca loro qualcosa, si danno alla droga o ad altri falsi piaceri. Passano da una festa all’altra e vivono un’intensa vita notturna per riempire le ore di solitudine e dimenticare la loro insicurezza. Ma si tratta di una felicità superficiale, di una specie di gioco. Di rado si tratta di vero amore.
La religione poteva aiutarmi?
Ci fu un episodio che produsse in me profonda impressione. Una giovane e bella pattinatrice che conoscevo perì in un tragico incidente. Tornava in macchina da una festa. Sapevo quanto era infelice quella ragazza, nonostante la fama. La sua morte era assurda. Ero ossessionata dallo stato di inesistenza.
Mentre ero in Germania giunsi a un punto critico della mia vita. Mi sentivo perduta, avvilita e molto triste. Sola nella mia stanza d’albergo, scoppiai in lacrime e chiesi aiuto. Sapevo poco o niente di Dio e non mi consideravo una persona religiosa, ma pregai sinceramente: “Dio, se ci sei, fa qualcosa ti prego per aiutarmi. Il mondo sembra così malato e la vita così priva di senso”.
Non mi aspettavo veramente che quella mia preghiera fosse esaudita perché non avevo mai conosciuto un Dio. Nessuna religione mi aveva mai soddisfatto, neppure la mia fede ebraica. Avevo studiato il Talmud ebraico e mi ero occupata di buddismo zen. Avevo anche letto libri di psicologia, mi ero interessata di pratiche occulte e avevo usato la tavoletta Ouija. Nessuna di queste cose mi aveva dato le risposte alle semplici domande sullo scopo della vita e della morte e su come trovare la felicità.
Esaudita la mia preghiera?
Tornata a casa in California mi misi in contatto con la mia migliore amica, Trish, un’ex ballerina di Las Vegas, e le chiesi se potevo andare a trovarla e stare da lei “due o tre giorni”. Dopo avere parlato di come avremmo trascorso il tempo insieme, mi disse che il giorno dopo sarebbe andata a un’adunanza.
“Ma”, aggiunse, “se vuoi venire anche tu sei la benvenuta”.
“Che specie di adunanza?” domandai.
“Oh,”, disse, “ora sono una testimone di Geova e abbiamo adunanze bibliche regolari ogni settimana”.
Mi sentii gelare. Dove mi ero cacciata? Mi figurai adunanze cariche di eccitazione come quelle degli Holy Rollers (nome dato negli USA agli appartenenti a sette minori le cui funzioni religiose sono caratterizzate da grida e manifestazioni fisiche violente) e di Billy Graham, ed ebbi paura. Comunque, decisi di accompagnarla.
Arrivate alla Sala del Regno ricevemmo una buona accoglienza, e subito cominciò il programma. Non ricordo molto del materiale trattato, ma a poco a poco mi sentii a mio agio anziché in imbarazzo. Non c’erano né immagini, né croci, né stanze buie. Gli uomini che parlavano dal podio sembravano persone comuni, spontanee e intelligenti. Avevano tutti la Bibbia in mano e tutti la studiavano. Con mia sorpresa, non c’era estrema eccitazione. Non era niente di quello che avevo immaginato!
Poi qualcosa produsse su di me un enorme effetto. Sembrava che fra questa gente regnasse quella meravigliosa qualità che è l’amore. I mariti e le mogli erano seduti l’uno accanto all’altra uniti da rispetto e comprensione reciproci. Mi accorgo quando uno finge. Ho visto tanta finzione in teatro, dove non mi è mai capitato di vedere un matrimonio veramente felice. Ricordo un uomo lì in quella sala che mise premurosamente una giacca sulle spalle della moglie perché aveva freddo. Questo gesto mi commosse.
Bambini e adolescenti stavano insieme ai genitori e seguivano con piacere l’adunanza come se fossero tutti sincronizzati sulla stessa lunghezza d’onda. La loro religione non era triste e paurosa. Ne fui colpita. Era questo ciò che cercavo? Qualcosa che prosperava in un’atmosfera di vero amore e felicità? Al nostro ritorno a casa domandai a Trish se poteva procurarmi uno di quei libretti di cui aveva parlato. Con grande modestia disse che avrebbe cercato di “trovarmene” uno.
La preghiera che avevo detta due settimane prima cominciava a essere esaudita. Da allora in poi ho letto ininterrottamente ed esaminato ogni punto, interessandomi di scienze, storia, archeologia e medicina. Quei “due o tre giorni” finirono per essere tre mesi. Senza che me ne accorgessi la felicità stava pian piano impossessandosi di me. Quando mi svegliavo la mattina non mi preoccupavo più di invecchiare o di morire. Invece di pensare alla morte, pensavo alla vita.
Seppi che anche altri del mondo dello spettacolo avevano acquistato conoscenza della Bibbia e fatto grandi cambiamenti nella loro vita. Trish era una di loro. Poi lessi con grande interesse il commovente racconto pubblicato in ’Svegliatevi! dell8 ottobre 1977 e scritto da Teresa Graves (“Christie Love”), un’attrice famosa che aveva scelto fra due amori. Il suo esempio mi fu di grandissimo aiuto.
Dessert per un fumatore?
Era tempo che mi rimettessi al lavoro, così il mio partner ed io accettammo un impegno al locale notturno La Scala di Barcellona, in Spagna. A questo punto avevo fatto molti cambiamenti nella mia vita e si vedeva. Avevo una diversa idea della morale. Non litigavo più col mio partner e nella mia vita c’era ora una nuova cerchia di amici. Mi capitava più raramente di sentirmi nauseata e sola.
Giunta in Spagna rintracciai i testimoni di Geova di Barcellona, ed Eric e Hazel, missionari inglesi, continuarono a studiare con me e risposero alle mie numerose domande. Essi mi aiutarono anche a togliermi un altro brutto vizio. Ero una forte fumatrice.
Non fu facile smettere di fumare. Ricordo di aver chiesto a Eric: “Cosa posso fare per togliermi il vizio?”
“Hai sigarette nella stanza, Elyn?”, mi domandò.
“Certo”, risposi.
“Allora non credi che dovresti sbarazzartene? Come puoi smettere di fumare se ne hai dei pacchetti nella stanza?”
Decisi di smettere subito e in modo drastico. Avevo invitato a cena un amico, un comico teatrale. Quando giunse il momento di servire il dessert, presi tutti i pacchetti di sigarette che avevo e li misi in una scodella. Poi, con suo grande stupore ci versai sopra dell’acqua. Era curioso di sapere che specie di dessert sarebbe stato quello. Allora gli spiegai che a motivo della mia nuova fede avrei smesso di fumare una volta per tutte. Fu sollevato da quella spiegazione!
Terrorismo in teatro
Una domenica mattina, quattro mesi dopo che avevo cominciato a lavorare in Spagna, alcuni terroristi fecero irruzione nel teatro e lanciarono delle bottiglie Molotov, distruggendo completamente l’edificio. Quattro persone rimasero uccise e 350 si trovarono senza lavoro. Fu una fortuna che la maggioranza di noi non fosse nell’edificio in quel momento! I miei costumi e i pattini andarono distrutti, insieme ad alcuni libri preziosi, ma io ero viva.
Gli altri artisti erano in uno stato di panico e di disperazione. Cominciai a spiegare a tutti che questa era solo una delle molte prove che viviamo veramente in quel tempo che la Bibbia chiama “ultimi giorni” e che fra breve Geova Dio stabilirà un nuovo sistema sotto il suo Regno che porterà pace in tutta la terra. — II Timoteo 3:1-5; II Pietro 3:13.
Ora sapevo cosa voleva dire essere una Testimone, e questo mi recava gioia. È la felicità che deriva dal dare anziché dal ricevere. (Atti 20:35) Dato che ora eravamo senza lavoro, avevo tutto il tempo per studiare la Bibbia con altri, e cominciai studi con vari artisti di fama internazionale.
A causa del disastro stetti senza lavorare per tre mesi e fu in quel periodo, il 26 marzo 1978, che fui battezzata, a Barcellona. Alcuni colleghi di teatro con cui studiavo furono presenti al battesimo, e la mia amica Trish venne in aereo dalla California. Fu un’occasione veramente gioiosa, il giorno più felice della mia vita!
La fama è tutto?
Negli scorsi quattro anni ho fatto la pioniera regolare, dedicando in media novanta ore al mese alla predicazione. Mi sono sostenuta con saltuari impegni di lavori in teatro. Dopo il disastro di Barcellona, trovai un nuovo partner e ricominciai gli esercizi da capo, il che non fu facile. Poi quando ci venivano offerti buoni contratti dovevo rifiutarli perché molte volte gli spettacoli in cui avremmo dovuto lavorare erano di natura immorale, e non ero più disposta a fare compromesso in quel modo. Era difficile rifiutare, spesso si trattava di contratti redditizi, e il mio nuovo partner, che non era un Testimone, sopportò la perdita insieme a me. Dapprima non capiva i miei principi basati sulla Bibbia. Ma ora ci vengono offerte buone scritture all’estero, e riesco a predicare per la maggior parte del tempo, anche quando lavoro in teatro.
A causa degli orari insoliti, di rado la gente di teatro riceve una testimonianza diretta. Così quando sono in tournée, la compagnia teatrale diventa il mio speciale “territorio”. Come risultato, alcuni colleghi hanno studiato la Bibbia e assistito alle adunanze di congregazione insieme a me. Essi hanno visto con particolare soddisfazione la fratellanza mondiale dei testimoni di Geova. Ovunque mi trovi — in Australia, in Europa, a Singapore o in Giappone — c’è molto da fare nel servizio del mio Dio. Ho provato una felicità molto profonda apprendendo che c’è un Dio che si interessa delle sue creature e che mostra loro infinito amore. La gloria artificiale del teatro è poca cosa in paragone. Riconoscere questo fatto è motivo di straordinaria gioia in un mondo così triste. — I Giovanni 4:8.
L’essere parte della fratellanza mondiale del popolo di Dio è un impossibile sogno divenuto realtà: ho potuto constatarlo nei miei viaggi. È una testimonianza vivente a un vivente e amorevole Dio. Non c’è nulla di più bello, di più perfetto e di più reale che la verità. Che privilegio mi è stato dato quando Geova ha aperto il mio cuore! La sublime speranza di vivere a tempo indefinito su una terra piena d’amore è ciò che Geova ha posto nel cuore dell’uomo, incluso il mio, e non vedo l’ora che venga il giorno della sua splendida realizzazione. — Narrato da Elyn Tia.
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Era come se mi fosse mancata la terra sotto i piedi. Volevo solo porre fine alla mia vita
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Pensavo che valesse la pena di lottare per diventare famosa
[Testo in evidenza a pagina 23]
Pregai sinceramente: “Dio, se ci sei, fa qualcosa ti prego per aiutarmi”
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Invece di pensare alla morte, pensavo alla vita
[Testo in evidenza a pagina 24]
Alcuni terroristi fecero irruzione nel teatro e lanciarono delle bottiglie Molotov
[Testo in evidenza a pagina 25]
Ho provato una felicità molto profonda apprendendo che c’è un Dio che si interessa delle sue creature